Riproduzione della frutta con la CEROPLASTICA
Tanto bello da sembrare finto, si sente, si dice, si
scrive..
Fin dall’antichità l’uomo cerca di riprodurre gli elementi
della natura per creare motivi decorativi, oggetti per funzioni prettamente
estetiche, per diletto personale. Dall’epoca dei Lumi in avanti, le tecniche
con cui si danno alla luce tali oggetti possono vantare di poggiare su una base
scientifica metodica. Rientra fra queste la ceroplastica di Francesco Garnier Valletti,
considerata una vera e propria forma d’arte per l’epoca. L’artista fu il più
famoso e abile tra i modellatori che, nella seconda metà dell’Ottocento, si
cimentarono nella riproduzione a scopo scientifico e documentario di fiori e
frutti. Il suo metodo di creazione si fa risalire infatti al 1858, e rimase
segreto fino alla morte dell’artista, per volere dello stesso. I suoi lavori
furono apprezzati e ammirati non solo in Italia ma in tutta Europa, ed ad oggi
rimangono un riferimento per chi ancora si cimenta in questa forma di
artigianato. Alla morte dell’artista la tanto celata formula venne pubblicata
da un suo allievo in un manuale:
“Pomologia artificiale” edito da Adelphi.
I materiali con cui si realizzano i frutti sono cere, resine
e polveri inerti che permettono di ottenere un risultato solido, resistente e
perfettamente fedele alla realtà. Si conservano infatti in molte istituzioni,
università, laboratori e musei le realizzazioni dello stesso F. G. Valletti che
hanno alle spalle una vita di oltre 150 anni.
Le fasi della lavorazione secondo il metodo Garnier Valletti
consistono nella produzione di un calco in gesso, nel quale è versata una
miscela bollente di resine e cere. Da questo si ottiene il frutto gesso da cui
dopo verniciature, passate di mano di colori, e lavoro di rifinitura che spesso
e volentieri richiede diverse settimane di tempo, si arriva al frutto finale
ricco di particolari minuziosi, difficile da distinguere dall'originale. Nel corso
degli anni gli artigiani hanno apportato le loro personali modifiche, ad
esempio la sostituzione per motivi etici delle cere animali con quelle
vegetali.
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